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Introduzione

Vi voglio raccontare la nostra “impresa”. Un viaggio di 65 giorni e oltre 11.500 kilometri.
I viaggiatori siamo Rita (Lo Faro) e io, Mimmo (Domenico Modarelli), 55 e 58 anni, all'epoca del viaggio.
Parliamo dei mezzi: un Kangoo Renault 1.9 D da me attrezzato a camper, ricavando un letto di 1.85 x 1.40, frigo, cucina, acqua corrente, wc chimico con bidet, corrente continua ed alternata con batteria ausiliaria, illuminazione autonoma per la parte abitativa; possibilità di stare comodamente seduti al chiuso ad un tavolo; capacità di stivare i viveri per almeno 64 giorni. I viveri sono innanzitutto sughi e legumi già pronti, marmellate, sottoli, tutto preparato in casa da Rita, poi naturalmente pasta, riso, olio, ed alcune scatolette, non mancano alcune bottiglie di vino pugliese per brindare nelle grandi occasioni. I viveri sono stati programmati così da non avere bisogno di nulla se non per le cose fresche.
Sul tetto ho montato un aerodinamico bauletto della Gev di 490 litri. Per montarlo ho dovuto costruire da me un portabagagli, non trovandone di adatti. Il bauletto è servito principalmente a portare delle comodissime spiaggine, ottime per il relax, un barbecue molto pratico acquistato in Portogallo, delle giacche di pelle, pagate pochissimo in Spagna ed un Jamon Iberico “Bellota”, semplicemente fantastico. Questo, a differenza del prosciutto di Parma, che “si scioglie in bocca”, si mastica e come si mastica! E quanto sapore ne vien fuori. Nel bauletto abbiamo anche stivato abbigliamento autunnale e abbondante biancheria, non pensiamo di poter fare troppo spesso il bucato.
Relativamente molto spazio dell'abitacolo ha preso l’attrezzatura fotografica, ridotta al minimo, ma pur sempre costituita da l’indispensabile cavalletto, una Olympus OM1, un piccolo flash e come obiettivi: 24mm, 50mm, 90mm macro, 70/350mm, 500mm e il 1.000mm, quest'ultimo non uscirà mai dalla custodia se non per l’eclisse.
Rita è l’addetta alla cambusa, alla sartoria, alla cucina, alla navigazione, ecc...; Mimmo è il progettista, l’artigiano, l’autista, il fotografo, ecc.... ed ora il raccontatore, mentre Rita è . . . . "LA MEMORIA".
(Se volete saperne di più sulla camperizzazione del Kangoo cliccate su Kangoo Camperizzato )
Siamo finalmente in pensione, dopo tanti guai di ogni genere e abbiamo deciso, avendo un gruzzoletto, di fare un viaggio, che, almeno io, ho lungamente sognato: arrivare a Santiago de Compostela, non per devozione, ma per condividere una meta con milioni di ”viaggiatori” e visitare lungo la strada le cattedrali, monumenti alla fatica umana. Forse la mia vera meta è però Lisbona e ancor più Capo da Roca “Ponta mais ocidental do continente europeu”. Longitudine 9° 30’ W. Dato che ho la fissa dei punti estremi; infatti il prossimo viaggio, penso di farlo con gli stessi mezzi a Capo Nord. (se vuoi leggere il blog di preparazione del nuovo viaggio, clicca qui Capo Nord)
Ci siamo ripromessi di entrare nei campeggio il meno possibile, giusto quando sarà necessario fare il bucato e la doccia, in genere ci serviremo degli ottimi servizi che troveremo nelle stazioni di servizio, nelle stazioni ferroviarie, nei musei ecc. ecc., con un po' di organizzazione, borse capienti per contenere piccole asciugamani e poche piccole altre cose, e un po' di spirito di adattamento, ci si riesce a mantenere sufficientemente puliti. Siamo o non siamo, da buoni tarantini, discendenti degli spartani? (Taranto fu l'unica colonia fondata dagli spartani in Italia).
Cercheremo anche di non prendere mai autostrade, se non per dormirci, sia per il budget, non avendo nessuna fretta preferiamo spendere meglio, sia per vedere la vita reale dei paesini e dei villaggi che le statali attraversano. Cerchiamo le cose più vere, per questo abbiamo in programma la visita dei siti dell’UNESCO che troveremo nella direzione di massima del nostro viaggio.
Una breve nota su questo racconto: intendo fare solo un elenco dei luoghi visitati con qualche considerazione o impressione personale, la loro descrizione la lascio ai professionisti delle guide. Comunque, come vi sarete già accorti, cliccando sui termini sottolineati si aprono pagine specifiche, generalmente della libera enciclopedia Wikipedia. Per quanto riguarda le foto, ne ho fatto più di un migliaio e ho scelto quelle che meno ricordano le cartoline. (Cliccando sulle foto si aprono a schermo pieno, premendo Alt e <- contemporaneamente si torna al testo)

Percorso Stradale da Bilbao a Carrion de los Contes


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Percorso Stradale da Carrion de los Contes a Ponferrada


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20° giorno – da Leon a Oviedo - 1 ottobre 2005 – Sabato – al contachilometri 141.239 (Parz. 179 – TT 4.363)

Siamo a Leon. Passeggiata lungo il Bernesga, sguardo all’Hostal de San Marcos (Foto 1), ieri ostello dei pellegrini, oggi prestigioso parador a cinque stelle. I parador sono degli alberghi lussuosissimi, gestiti da privati, in palazzi monumentali di proprietà dello stato; una bella idea per far rendere un patrimonio immobiliare, che altrimenti sarebbe fonte di spesa o di degrado ed evitare in parte la costruzione di nuovi alberghi.
Visitando la Basilica di San Isidoro (Foto 2) ove ci imbattiamo in una fiera medievale (Foto 3, 4) alla quale subito ci mischiamo, tra musici di strada, commedianti, pentoloni dove bolle “o pulpo da feira”, polpo lesso servito su piatti di legno (ma la CEE non aveva vietato le stoviglie di legno?) con patate lesse e condito con “pimiento”(peperoncino piccante in polvere), olio e sale grosso (per la ricetta clicca qui e/o qui), pentoloni dove bollono vari prosciutti interi, griglie enormi dove arrostiscono “chorizos” (salsicce di maiale a grana grossa con abbondante peperone in polvere un po’ piccante), costine di agnello sane; non ci facciamo sfuggire l’occasione di pranzare spendendo poco, assaggiando un po’ di tutto e bevendo del buon vino in tazzine di porcellana bianca, che ora fanno parte dei nostri souvenir insieme ai piatti, fuori norma CEE, per fare pari con la doppia porzione di chorizos che ci hanno rifilato per forza.
Facciamo 20,00€ di gasolio a 0,967. Con la C623 ci avviamo verso Oviedo sia perché è un sito UNESCO, sia perché grosso modo è sulla via della Cueva di Altamira. In questa occasione abbiamo potuto costatare quanto non è in sintonia con chi viaggia come noi, la prenotazione. A Palencia avevamo prenotato la visita alla Cueva di Altamira ed il primo giorno possibile era stato il 4 ottobre. Pertanto abbiamo dovuto fare questo giro apparentemente vizioso, è comunque viaggio, saremo nuovamente nell’infinita Cantabria e nelle favolose Asturie. Con la A66 e la AS242, attraversando la Cordigliera Cantabrica, con tempo pessimo, pioggia e nebbia, con il Passo di Pajares a 1.379m, siamo nelle Asturie, arriviamo ad Oviedo, che ci delude, ma sono convinto che era una giornata no e non l’abbiamo capita. Dormiamo in questa città, sempre camuffati tra le auto parcheggiate in strada.
Foto 1 // Foto 2


Foto 3 // Foto 4
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21° giorno – da Oviedo a Deva - 2 ottobre 2005 – Domenica – al contachilometri 141.485 (Parz. 246 – TT 4.609)

Tempo bello anche se questa notte è piovuto molto. Con la N634, la AS113, la N632 tra monti, boschi e paesini pittoreschi arriviamo a Deva, dove facciamo una sosta tecnica per il bucato e doccia a fondo in un campeggio ben organizzato, Camping Deva-Gijon – Carretera Nacional 632, p.k. 64 – tel 985 13 38 48 – fax ... 89 – www.campingdeva-gijon.com - www.campingalacio.com - info@campingpalacio.com - 16,22€. Purtroppo piove e non riusciamo ad asciugare i panni pur stendendoli sotto la tettoia dei servizi.

22° giorno – da Deva a Santillana del Mar - 3 ottobre 2005 - Lunedì – al contachilometri 141.543 (Parz. 58 – TT 4.667)

Tempo bello per fortuna, così potremo vedere molto bene l’eclisse di sole quasi completa. Partenza a mezzogiorno. Rifornimento di gasolio di 39,77€ a 0,979. Percorrendo la N632 possiamo incontrare i primi Hòrreos (Foto 1), antichi granai su palafitte e piastre di granito per salvare le granaglie dai topi, completamente in legno e senza un chiodo, a differenza di quelli galiziani parzialmente in pietra.
Raggiungiamo il mare a Lastres, porto peschereccio nel Golfo di Biscaglia, come qui si chiama quello che per i francesi è il Golfo di Guascogna, anzi qui più precisamente siamo sul Mar Cantabrico. Qui abbiamo l’occasione di vedere e fotografare delle rarissime gazze marine (Foto 2, 3).
Passiamo la notte in un bel campeggio a Santillana del Mar, siamo nuovamente in Cantabria. Camping Santillana – www.cantabria.com/complejosantillana - complejosantillana@cantabria.com - Una notte 16,69€.
Foto 1

Foto 2 // Foto 3

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23° giorno – da Santillana del Mar a Tama - 4 ottobre 2005 – Martedì – al contachilometri 141.752 (Parz. 209 – TT 4.876)

Sveglia all’alba, le 8,00, perché Rita si deve lavare i capelli. Tempo bello finalmente asciughiamo i panni. Visita della Cueva di Altamira (Bene UNESCO), molto ben organizzata; malgrado si tratti di una copia, la “Cappella Sistina della preistoria” riesce ad essere suggestiva ed interessantissima insieme al museo annesso, ricco di ricostruzioni e di reperti.
Ritorniamo a Santillana del Mar per visitarla; il nome di questa città si dice contenga tre bugie infatti il nome significa santa, piana e sul mare, per due significati è evidente la menzogna, è scoscesa e lontana dal mare e poi dicono che non è per niente santa, in compenso è proprio carina anche se eccessivamente turistica. Un salto a Santander, passeggiata sul lungomare e poi si torna indietro, fino a riprendere la N621 e raggiungere Tama dove dormiamo al hotel delle stelle, molte di più di cinque, notte splendida.

24° giorno – da Tama a Astorga - 5 ottobre 2005 – Mercoledì – al contachilometri 141.960 (Parz. 208 – TT 5.084)

Tempo bellissimo. Alba sotto il Pico d’Europa, colazione al mirador 1.408m con panorama mozzafiato (Foto 1). Il viaggio riprende passando attraverso il passo di San Glorio a 1.609m. Raccogliamo delle pietre di onice, questa è un’altra nostra passione, non capiamo nulla di mineralogia, ma ci piace far collezione di pietre belle o particolari.
Siamo nuovamente in Castiglia y Leon, sempre sulla N621, facciamo 33,00€ di gasolio a 0,957, ripassiamo per Leon e quindi siamo nuovamente sul “Camino”, da ora in poi non lo
lasceremo più. Raggiungiamo Astorga, bella ed accogliente. Ha un Palacio Episcopal di A. Gaudì (Foto 2), che sinceramente a me non piace, il Palacio infatti fu giudicato troppo frivolo per la destinazione. Simpatico il Municipio (Foto 3).
Ceniamo molto bene al Capriccio (C/Postale 9 – 24700Astorga – tel 987 603 175), nome di un famoso palazzo di A. Gaudì ed il ristoratore, alla nostra richiesta di spiegazioni su questo nome apparentemente italiano, orgogliosamente ce ne mostra il plastico. Io prendo il Cocido Maragato e Rita, che non si fida, una bistecca con insalatina di pomodori e patate fritte . Il Cocido è una vera prova di resistenza a tavola. Consta di tre piatti: Pastina in brodo di verdure e carni, la sopa, quindi il piatto di verdure e legumi con cui s'è fatto il brodo, los garbanzos, ed anche sette tipi diversi di carni stufate da cui s'è estratto il brodo di cui sopra, la raçion; detto così sembra tutto normale o quasi, la particolarità sta nel fatto che sono serviti in ordine inverso, perché nasce come cibo del Pellegrino o degli operai che arrivano entrambi affamati e non vogliono aspettare la cottura della sopa per iniziare a mangiare, mangiano per primo quello che è già pronto, la carne, inoltre, questa, aspettando che sia pronta la sopa si evita anche che questa si raffreddi. Inizia con uno stufato di pezzi di testa e piedi di maiale, prima salati e affumicati, e salsicce (chorizos), un piatto da pizza pieno di queste leccornie, fatico a finirlo, segue un piatto di uguali dimensioni con verdure, ceci , cotti nel brodo di maiale, e per giunta un uovo fritto, fortunatamente Rita ha finito la sua bistecca, che come al solito si è rivelata una doppia porzione, e mi ha dato una mano; al termine mi arriva una grossa tazza di fideos, spaghettini spezzati, Barilla a detta del simpatico e loquacissimo ristoratore, stracotti nel solito e solido brodo ottenuto dal maiale, le verdure ed i legumi, brodo, che era stato completamente assorbito (una colla!); la sopa madrugata così dev'essere, non si deve prendere con il cucchiaio, con questo la si deve tagliare.
A questo terzo piatto ho trovato il coraggio di opporre un rifiuto e con il costernato oste, entusiasta per il mio iniziale entusiasmo, mi sono giustificato spiegandogli della nostra idea completamente diversa della pasta. Visto che il ristoratore è rimasto male, non ho potuto rifiutare il dessert, fortunatamente un semplice flan per Rita e una panna cotta per me, entrambi fatti in casa, per finire brandy offerto dalla casa (Conto 24,00€ in due) . Dopo una bella passeggiata, per digerire la mostruosa, ma in definitiva ottima cena, dormiamo all’Hotel 1000 stelle su un tranquillo viale, siamo ad un’altitudine di 873m.
Foto 1 // Foto 2


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25° giorno – da Astorga a Ponferrada - 6 ottobre 2005 – Giovedì - al contachilometri 142.239 (Parz. 279 – TT 5.363)

Veniamo svegliati da un forte vocio, rumore di traffico, siamo davanti ad una scuola e nel bel mezzo dell’arrivo degli studenti, anche se alle 8,00 è ancora buio. Questa notte ha fatto freddo, infatti quanto accendiamo l’aria condizionata, per espellere come ogni mattina l’umidità della notte, la condensa interna si ghiaccia sul parabrezza, finché a motore caldo l’aria non si riscalda.
Prendiamo la LE142, essa viaggia parallela al "Camino" e a volte vi si sovrappone, tanto che siamo continuamente accompagnati dalla vista di pellegrini a piedi o in bicicletta, che viaggiano sul sentiero sterrato. Una commovente umanità. Passiamo per Castrillo de los Polvares, un paese in pietra viva della regione detta Maragaterìa, il cocido di ieri sera era tipico di questi paesi, vedendone la rudezza si capisce quali uomini siano capaci di mangiare abitualmente tali pietanze. E’ tradizione che i pellegrini qui raccolgano una pietra da portare alla Cruz de Hierro (Foto 1), un importante monumento del “Camino”, che si trova al Passo di Rabanal (1.504m) e così noi facciamo depositandole ai piedi di questo monumento, costituito da un semplice palo con infisso alla sommità una semplice croce di ferro, suggestivo nella sua semplicità, contribuiamo così ad aumentare la collinetta, che sta crescendo intorno al palo.
Ci passa tutto il mondo. A farci la foto sono dei tedeschi e noi l’abbiamo fatta a dei francesi, chiedendo a dei giapponesi di spostarsi, nel frattempo degli indios andini si apprestavano a salire sulla collinetta.....
In breve siamo a Ponferrada con la sua bella Rocca dei Templari. Da qui una deviazione per Pegnalba de Santiago, che non raggiungiamo perché è un po’ tardi e la strada ci appare poco praticabile. Optiamo per la visita solo a Las Medulas (Bene UNESCO)(Foto 2), mini
ere d’oro a cielo aperto del periodo romano, che hanno lasciato un paesaggio lunare, anzi marziano per il colore rosso.
Troviamo una indicazione e indubbiamente la seguiamo, presto si rivela una strada adatta a soli 4x4, ma siamo costretti a proseguire perché non c’è assolutamente la possibilità di fare inversione, finalmente dopo una mezz’ora troviamo uno slargo, ci fermiamo, da qui intravediamo las Medulas, questo scorcio ci fa ancor più crescere la voglia di vederle al tramonto. Per la strada non abbiamo incontrato nessuno, qui lo stesso. Sopr
aggiunge solo un’auto, la fermiamo per chiedere informazioni sulla praticabilità del proseguo, sono francesi e, inutile dirlo, non ne sanno nulla, sono anche loro molto perplessi ma vanno avanti; dopo una mezz’ora, non vedendoli tornare, pensiamo che la strada più avanti migliori e ripartiamo; molto peggio di prima ma comunque arriviamo ad un magnifico belvedere, con una vista incredibile su Las Medulas al tramonto. Il belvedere è pieno di gente, che non abbiamo visto salire, è ovvio che c’è un’altra strada, domandiamo, ed i quadrati spagnoli ci dicono che "c’è, è larga, è asfaltata e in dieci minuti si è al paesino da dove anche noi eravamo partiti, ma noi, che siamo li con la macchina, non possiamo prenderla!" Credendo di non capire o di non essere capiti, ripetutamente chiediamo a varie persone di ogni età, anche dei giovanissimi, del perché saremmo condannati a ripetere la stessa impervia strada, questa volta, per sovrappiù, con il buio. Dopo tanta insistenza e proponendo varie ipotesi quali muri, transenne, fossati, alla fine ci viene detto, con scontata ovvietà, che "tra noi e il ritorno sicuro si frappone UN DIVIETO DI ACCESSO!" Il va a fa’.... l’ho solo pensato perché con gente simile è molto pericoloso esprimere liberamente le proprie idee. Fra le altre facezie ci avevano anche detto che ci invidiavano tanto Berlusconi, ed ad una mia proposta di scambio con Zappatero si erano mostrati entusiasti.
Devo dire, però, che gli spagnoli hanno, una cosa che invidio tantissimo, la capacità di indignarsi. Costa così cara la possibilità di conservarla?
Inutile dire, che, guadagnandomi il vituperio generale, sentendomi dire anche se non con le orecchie, che siamo i soliti italiani disobbedienti, ho sup
erato l’insuperabile e in dieci minuti di strada comodissima siamo ritornati sulla via per Ponferrada, dove abbiamo pernottato.
Foto 1

Foto 2

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04 - SLIDESHOW - da Carrion de los Contes a Ponferrada - dal 19° al 25° giorno

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Percorso stradale da Ponferrada a Santiago de Compostela


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26° giorno – da Ponferrada a Santiago di C. - 7 ottobre 2005 – Venerdì – al contachilometri 142.398 (Parz. 159 – TT 5.522)

Tempo bellissimo. Proseguiamo per il “Camino” seguendo la N120, passiamo per Cacabelos, Villafranca del Bierzo e finalmente usciamo dall’immensa e variegata Castiglia e Leon e entriamo nella favoleggiata Galizia raggiungendo Pedrafita do Cebreiro (1.300m) con le sue Pallozas (Foto 1), capanne di modello celtico, simili a trulli ma con il tetto di paglia, arredate fra l’altro con degli strani sedili a più posti con degli strani tavoli ribaltabili (tipo i seggioloni per bambini). Ho domandato al guardiano come avrebbero fatto questi suoi antenati se, una volta seduti, si fossero accorti di aver dimenticato qualcosa, mi ha risposto: "la moglie non si sedeva mai!". La Iglesia Santa Maria del Reale (Foto 2)è un raro esempio di protoromanico. Qui si conserva l'immagine della Madonna, che strabuzzò gli occhi alla vista del Miracolo Eucaristico della Transustanziazione, che avvenne in questa chiesa.
Per capire quanto impervie fossero queste strade bisogna ricordare che l’indulgenza plenaria era comunque concessa a chi superava Villafranca del Briezo, come anche Roncisvalle e Leon. Da ora in poi è un lento declivio verso Santiago di Compostela. Con la LU634, come al solito ci sarebbero delle strade più comode ma preferiamo essere, quanto più possibile, fedeli al “Camino”, con la LU633 e quindi la C535 passiamo da Portomarin, dove c'era un ponte romano che permetteva ai pellegrini di attraversare il fiume Mino; l'antico paese fu sommerso da un lago artificiale, che essendo in secca ci permette di vederne le rovine, anche del ponte, i suoi più importanti monumenti sono stati smontati e ricostruiti. Passiamo per l’antica e suggestiva Vilar de Donas con la sua romanica San Salvador(Foto 3), vi si conservano anche pitture murali gotiche. Il vecchio custode, che ci tiene a farci sapere che è volontario, malgrado l’ora tarda, ci fa visitare e fotografare con calma; ci salutiamo, dopo una animata discussione politica al grido “El pueblo unito jamas serà vencido”. In serata, ancora con tanta luce, siamo nell’agognata Santiago di Compostela (Bene UNESCO). E’ inevitabile raggiungere Praza do Obradoiro ma volutamente non entriamo nella Cattedrale, non vogliamo guastarci l’emozione di dopodomani che, essendo domenica, ci sarà la Messa per i pellegrini, quali noi ci sentiamo, un po’ anomali, è vero, in quanto io sono ateo e Rita quanto meno è poco osservante. Ci sentiamo tali, certo più di tanti, che abbiamo visto fingersi pellegrini a piedi, ma percorrere solo comodi e brevi tratti in piano o in dolce discesa e alla salita prendere comodi autobus per poi dormire e pranzare per pochi soldi negli ostelli per i pellegrini. A Pamplona, quando abbiamo richiesto anche noi la carta del pellegrino, abbiamo sinceramente dichiarato di viaggiare in auto, ci hanno detto che gli ostelli erano solo per chi viaggia a piedi, in bicicletta o a cavallo. Non abbiamo insistito né abbiamo voluto fare i furbi dichiarandoci a piedi ad un’altra sede.
Dormiamo in un viale, non vale la pena entrare ora in campeggio, aumenteremmo solo il costo. La comodità e l’anonimia del nostro mezzo ci permette di farlo in piena sicurezza.
Foto 1 // Foto 2


Foto 3

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05 - SLIDESHOW - da Ponferrada a Santiago di Compostela - dal 26° al 29° giorno



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Percorso Stradale da Santiago di Compostela al Portogallo


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06 - SLIDESHOW - Da Santiago di Compostela al Portogallo - dal 30° al 35° giorno

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