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Percorso stradale da Ponferrada a Santiago de Compostela


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26° giorno – da Ponferrada a Santiago di C. - 7 ottobre 2005 – Venerdì – al contachilometri 142.398 (Parz. 159 – TT 5.522)

Tempo bellissimo. Proseguiamo per il “Camino” seguendo la N120, passiamo per Cacabelos, Villafranca del Bierzo e finalmente usciamo dall’immensa e variegata Castiglia e Leon e entriamo nella favoleggiata Galizia raggiungendo Pedrafita do Cebreiro (1.300m) con le sue Pallozas (Foto 1), capanne di modello celtico, simili a trulli ma con il tetto di paglia, arredate fra l’altro con degli strani sedili a più posti con degli strani tavoli ribaltabili (tipo i seggioloni per bambini). Ho domandato al guardiano come avrebbero fatto questi suoi antenati se, una volta seduti, si fossero accorti di aver dimenticato qualcosa, mi ha risposto: "la moglie non si sedeva mai!". La Iglesia Santa Maria del Reale (Foto 2)è un raro esempio di protoromanico. Qui si conserva l'immagine della Madonna, che strabuzzò gli occhi alla vista del Miracolo Eucaristico della Transustanziazione, che avvenne in questa chiesa.
Per capire quanto impervie fossero queste strade bisogna ricordare che l’indulgenza plenaria era comunque concessa a chi superava Villafranca del Briezo, come anche Roncisvalle e Leon. Da ora in poi è un lento declivio verso Santiago di Compostela. Con la LU634, come al solito ci sarebbero delle strade più comode ma preferiamo essere, quanto più possibile, fedeli al “Camino”, con la LU633 e quindi la C535 passiamo da Portomarin, dove c'era un ponte romano che permetteva ai pellegrini di attraversare il fiume Mino; l'antico paese fu sommerso da un lago artificiale, che essendo in secca ci permette di vederne le rovine, anche del ponte, i suoi più importanti monumenti sono stati smontati e ricostruiti. Passiamo per l’antica e suggestiva Vilar de Donas con la sua romanica San Salvador(Foto 3), vi si conservano anche pitture murali gotiche. Il vecchio custode, che ci tiene a farci sapere che è volontario, malgrado l’ora tarda, ci fa visitare e fotografare con calma; ci salutiamo, dopo una animata discussione politica al grido “El pueblo unito jamas serà vencido”. In serata, ancora con tanta luce, siamo nell’agognata Santiago di Compostela (Bene UNESCO). E’ inevitabile raggiungere Praza do Obradoiro ma volutamente non entriamo nella Cattedrale, non vogliamo guastarci l’emozione di dopodomani che, essendo domenica, ci sarà la Messa per i pellegrini, quali noi ci sentiamo, un po’ anomali, è vero, in quanto io sono ateo e Rita quanto meno è poco osservante. Ci sentiamo tali, certo più di tanti, che abbiamo visto fingersi pellegrini a piedi, ma percorrere solo comodi e brevi tratti in piano o in dolce discesa e alla salita prendere comodi autobus per poi dormire e pranzare per pochi soldi negli ostelli per i pellegrini. A Pamplona, quando abbiamo richiesto anche noi la carta del pellegrino, abbiamo sinceramente dichiarato di viaggiare in auto, ci hanno detto che gli ostelli erano solo per chi viaggia a piedi, in bicicletta o a cavallo. Non abbiamo insistito né abbiamo voluto fare i furbi dichiarandoci a piedi ad un’altra sede.
Dormiamo in un viale, non vale la pena entrare ora in campeggio, aumenteremmo solo il costo. La comodità e l’anonimia del nostro mezzo ci permette di farlo in piena sicurezza.
Foto 1 // Foto 2


Foto 3

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27° giorno – Santiago di C. - 8 ottobre 2005 – Sabato – al contachilometri 142.675 (Parz. 277 – TT 5.799)






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Sveglia all’alba, le 8,30 e alle 9,00 siamo in un bel campeggio, appena alla periferia di Santiago, Camping as Cancelas (tel 981 58 02 66 – www.campingascancelas.com - info@campingascancelas.com costo 50,08€ per tre giorni). La fermata del bus è abbastanza vicina. Il campeggio si comincia a svegliare alle 11,00. Nel pomeriggio gran passeggiata a Santiago. Si finisce comunque sempre all’Obradoiro, che con la pioggerellina e la luce del tramonto appare veramente d’oro. Foto di rito(Foto 1, 3). Sotto i portici siamo affascinati dal suono di una cornamusa, è un musicista di strada molto bravo, compriamo il suo CD, che con quelli dei monaci di Silos, sarà parte importante della colonna sonora della proiezione di diapositive di questo viaggio.

E’ in corso un festival della marionetta e per strada vediamo vari spettacoli o cortei, notevole un burattino pittore e un altro arciere, opere di un russo, che ha la bottega a Praga(Foto 2). Ritorno in campeggio per una serata di assoluto riposo, allietato come al solito dalle interminabili partite a burraco da cui io esco quasi sempre sconfitto.
Foto 1


Foto 2 // Foto 3

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28° giorno – Santiago di C. - 9 ottobre 2005 – Domenica – al contachilometri 142.675 (Parz. 0 – TT 5.799)



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Sveglia prestissimo, col buio. Vogliamo raggiungere a piedi la Cattedrale. In questi giorni abbiamo raggiunto un tale allenamento che i cinque o sei chilometri non ci spaventano assolutamente. Così facciamo e siamo in Cattedrale. Seduti a terra assistiamo alla Messa; siamo un po’ delusi perché non viene usato il botafumeiro, ci diranno poi che perché venga messo in funzione occorre che qualcuno paghi; l’emozione è grande in mezzo a tutta questa gente di ogni nazionalità altrettanto emozionata. E' evidente che per molti è la realizzazione del grande sogno di una vita.



La Cattedrale è romanica e veramente magnifica. Non posso non pensare alle maestranze che hanno realizzato tutto questo e a quanti di essi vi hanno perso la vita. Spesso queste erano le poche se non le uniche occasioni di allettante lavoro pluriennale. In questo il modo i potenti, pur non avendone l’intenzione, ridistribuivano una piccola parte del maltolto.

Pranziamo molto bene, spendendo poco da Casa Manolo, in piazza Cervantes. Torniamo presto in campeggio, è stata una giornata piena.


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29° giorno – Santiago di C. - 10 ottobre 2005 – Lunedì – al contachilometri 142.675 (Parz. 0 – TT 5.799)


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Restiamo ancora a Santiago, ci rilassiamo un po’, tra compere e camminate senza meta per le strade medievali e con tanta pioggia.

05 - SLIDESHOW - da Ponferrada a Santiago di Compostela - dal 26° al 29° giorno



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Percorso Stradale da Santiago di Compostela al Portogallo


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30° giorno – da Santiago di C. a A Coruña - 11 ottobre 2005 – Martedì – al contachilometri 142.675 (Parz. 0 – TT 5.799)


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Partiamo e con la N550 raggiungiamo A Coruña. Subito andiamo a vedere la Torre de Hércules (Foto 1), il faro ancora in funzione più antico al mondo (100 d.C.). Una lunga passeggiata in tram, a piedi e in auto, visitiamo la “città di cristallo” così, definita per le sue “galerias” (Foto 2), sorta di balconi chiusi da vetrate, diffuse in tutta la Spagna del nord, in particolare qui.

Dormiamo ai piedi del faro, al nostro fianco si è parcheggiato un camper con una simpatica coppia veneta in viaggio di nozze, nei pressi c'è un bagno pubblico, cosa rara in Spagna, indecente perché è un bagno chimico da cantiere, all'occorrenza si fa di necessità . . . . .
Foto 1 // Foto 2

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31° giorno – da A Coruña a Muxia - 12 ottobre 2005 – Mercoledì – al contachilometri 142.777 (Parz. 102 – TT 5.901)


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Oggi è la Vergine del Pilar, è festa in tutta la Spagna “todo çerrado”. Abbiamo bisogno di gasolio e ne facciamo 20,00€ a 0,981. Andiamo ancora un giro per A Coruña, quindi partiamo verso Malpiga lungo la “Costa da Morte”. Il nome già lascia immaginare la sua natura. Passiamo per Cabo do Rocundo (Foto 1), dove ci sono due croci in memoria dei pescatori di percebes morti sul lavoro. A proposito le percebes sono eccezionali, valgono tutto il loro costo (al ristorante 99,00€/kg); è un tarantino ad affermarlo.
Lungo la strada vediamo numerosi hòrreos (Foto 2), a differenza di quelli asturiani e cantabrici questi galiziani sono totalmente in pietra (Vedi capitolo 22 e 32). Facciamo ancora 20,00€ di gasolio a 0,981. Presso Ponteceso visitiamo il Dolmen de Dombate e a sera raggiungiamo Muxia, vorremmo vedere con questa luce crepuscolare il Santuario de Nosa Señora da Barca ma non riusciamo ad avvicinarci perché in lontananza scorgiamo una scena, che ritenevamo d’altri tempi: un padre, presumiamo, conduce per mano la figlia, non più che ventenne, che percorre ginocchioni il perimetro del santuario. Non li abbiamo disturbati.
Questo santuario era considerato dai pellegrini del Camino, la meta finale sul mare. Questo era un luogo di antiche devozioni fin dal Neolitico, come testimonia una grande pietra piatta, presente nelle vicinanze del santuario. Questo evidentemente è uno dei tanti posti, eletto fin dall'antichità Luogo Sacro e come tale passato attraverso varie religioni, anche quella cristiana che al posto di un probabile dolmen ha imposto un santuario, che si ricollega ai culti megalitici, facendo arrivare in quel luogo la Madonna con una barca completamente di pietra, finanche la vela.
In paese passeggiamo lungamente, assaggiamo dei dolci locali, nulla di particolare; dormiremo nel porto peschereccio.

Foto 1 // Foto 2

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32° giorno – da Muxia a Noia - 13 ottobre 2005 – Giovedì – al contachilometri 142.993 (Parz. 216 – TT 6.117)


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Sveglia prima dell’alba perché voglio fotografare il porto che si risveglia. Ritorniamo al santuario (Foto 1), che ricorda la leggenda della Madonna, che sarebbe sbarcata qui con una barca in pietra, la cui vela, la Pedra da abalar (Foto 2), è poco distante; il suo nome è dovuto al fatto che malgrado la sua mole (larga 9m malgrado sia sottile 30cm in alcuni punti), fino a poco tempo fa con una piccola spinta dondolava. A me sembrerebbe la pietra di copertura di un dolmen. C'era un doppio arcobaleno. Da qui proseguiamo verso sud con strade il più possibile vicine al mare. Raggiungiamo Cabo Tourinan (Foto 3), la punta più occidentale di Spagna( 5°36'40''), anche se è un’altra quella denominata Fisterra, alla quale arriveremo dopo un po’. E’ questa l’ultima tappa del “Camino” (Foto 4, 5), qui ci sarebbe l’ultima chiesa Santa Maria das Areas (Foto 6), è chiusa. Non possiamo non pensare a quella piccola percentuale della moltitudine di pellegrini, che riuscivano a vedere questo mare e non possiamo che considerarli dei veri e grandi viaggiatori.
Ci avviamo per la C550, passiamo da Corcubion dove c’è un hòrreo di 35m, il più lungo della Galizia (Foto 7). In serata siamo a Noia sul rio Noia, dove dormiamo in riva al canale presso un bel parco.
Foto 1 // Foto 2 // Foto 3



Foto 4 // Foto 5


Foto 6 // Foto 7
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33° giorno – da Noia a Castro - 14 ottobre 2005 – Venerdì – al contachilometri 143.180 (Parz. 187 – TT 6.304)


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A Noia ci riposiamo un po’ e solo la sera andiamo a cercare un dolmen, che essendo mal segnalato ci fa perdere un sacco di tempo. In effetti è di fianco al parcheggio del campo sportivo, che gode di segnaletica, come se non lo si vedesse, mentre il dolmen , nascosto dalla vegetazione, non ha nessun cartello. Ripresa la strada giungiamo a Porto do Son, dove c’è un villaggio celtico, Castro (Foto)de Baroña, posto su un promontorio, che determina un piccolo golfo sabbioso, ricchissimo di frutti di mare. Sicuramente il motivo della sua collocazione. Come quei celti in breve raccogliamo tantissimi frutti, che saranno il nostro antipasto e ingrediente del condimento degli spaghetti. Quindi burraco con mia sconfitta e nanna.
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34° giorno – da Castro a Pontevedra - 15 ottobre 2005 – Sabato – al contachilometri 143.222 (Parz. 42 – TT 6.346)


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Siamo nella penisola di Serra do Brabanza, raggiungiamo la sua punta estrema, Cabo Corrubedo (Foto 1, 2), proseguiamo lungo la costa sabbiosa, dopo aver fatto un rifornimento di gasolio di 20,00€ a 0,979. Con una piccola deviazione sulla LC303 raggiungiamo il molto ben tenuto, sembra artefatto, Dolmen de Axeitos detto anche Pedra do Mouro (Foto 3). La strada costiera ci porta a O Grove e all’Isla da Toxa (Foto 4), ove hanno la villa tanti vips tra cui Julio Iglesias. Qui vediamo una chiesa tutta rivestita da Conchiglie di San Giacomo. C’è un matrimonio sontuosissimo, e Rita vuole rimanere per vedere la sposa.
Viaggiando lungo la spiaggia A Lanzada la sera siamo a Pontevedra, dove dormiamo lungo il Rio Lèrez.

Foto 1 // Foto 2


Foto 3 // Foto 4

Foto 5

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35° giorno – da Ponteverda a Porto - 16 ottobre 2005 – Domenica – al contachilometri 143.454 (Parz 232 – TT 6.578)


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Il tempo è proprio atlantico, che di più non si può, in poche ore ha numerose variazioni sempre sul brutto. Dopo una abbondantissima colazione con cioccolato caldissimo e brioches in un bar di Praza do Teucro (Foto 1) e quindi caldarroste altrettanto fumanti. Partiamo per il Portogallo con la C550. Siamo nella penisola di Morrazo, passiamo da Hìo, davanti alla romanica San Andres, ammiriamo un cruceiro (Foto 2), rappresentante la deposizione, fatto in un unico pezzo di granito. La strada ci mantiene sempre in vista del mare dove ci sono dei coraggiosissimi surfisti (Foto 3). Passiamo da Baiona, approdo della Pinta, al ritorno dall’America, e finalmente raggiungiamo l’ultimo paese spagnolo A Guarda. Qui visitiamo il villaggio romano-celtico del monte Santa Tegra (Foto 4), molto ben tenuto ma con troppo cemento. Da qui ammiriamo il Rio Miño (Foto 5), che ci separa dal Portogallo. Lo intravediamo in lontananza.
Attraversato l’incustodito confine, in breve siamo a Porto, attraversando rigogliose pinete e purtroppo amplissime zone, che hanno subito il mastodontico incendio dello scorso anno. A Porto affascinati rimarremo per tre giorni in un campeggio situato in un magnifico parco in città. Santa Casa da Misericordia do Porto – Parque de Campismo da Prelada – tel 351 22 831 2616

Foto 1 - Pontevedra - Praza do Teucro // Foto 2 - Hìo - San Andres con Cruceiro


Foto 3 - Surfista


Foto 4 - Villaggio Romano-Celtico - Monte Santa Tegra// Foto 5 - Rio Niño
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06 - SLIDESHOW - Da Santiago di Compostela al Portogallo - dal 30° al 35° giorno

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