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Al mattino tempo bellissimo, partiamo subito alla scoperta della sognata Lisbona. Con il bus siamo in centro a Praça do Commercio dove prendiamo l’eletrico (tram) 12 (Foto 1, 2), che con il 28 fa tutto il percorso turistico, e scendiamo a Belém alla famosissima torre (Foto 3, 4)(Bene UNESCO), facciamo una lunghissima passeggiata lungo il mare (Foto 5), con un sole splendido ed una folla non solo di turisti, è domenica. Arriviamo al Mosteiro dos Jerònimos, manuelino (Foto 6, 7, 8, 9) (Bene UNESCO), splendido!. Con l’eletrico 12 ritorniamo a Praça do Commercio e pranziamo in piedi in una cantina-bar-trattoria gestita da tre giovanotti almeno settantenni, con polpette di baccalà, calamari fritti e birra. Ci hanno proposto una zuppa, che sta in una pentola sul fuoco, non riusciamo a capire cosa sia, rifiutiamo, sbagliando ed ancora ce ne pentiamo, non per il resto ma perché avremmo sicuramente scoperto qualcosa di nuovo. Non ho altri dati perché il conto è su un pezzo di carta qualsiasi. Nel pomeriggio passeggiamo, Lisbona è splendida (Foto 10, 11), la gente è cordiale, è disponibile. Alla fermata del bus facciamo subito conoscenza con gli altri utenti in attesa, tutti sono prodighi di informazioni, in particolare una signora anziana entusiasta ed innamorata del suo paese e indignata dalla protervia degli spagnoli, ci racconta tante cose e ci raccomanda di visitare questo e quello. Nuovamente con il 12 ritorniamo a Belem, questa volta all’omonima pasticceria, che con un solo pasticcino la “Pastel” riempie l’immenso locale ogni giorno, con la fila fuori, lo meritano! Provare per credere! (Foto 12) Andiamo all’Alfama, il famoso e mitico vecchio quartiere del fado, con l’intenzione di passare la serata in qualche localino, ascoltando il fado, non ne troviamo nessuno convincente, specie per mangiare qualcosa, siamo troppo schizzinosi purtroppo. Alla fermata del bus una coppia di fidanzatini, per meglio dire, la bella e più sfacciata ragazza ci chiede come mai non abbiamo paura di addentrarci in posti simili, per scherzare le spieghiamo da dove veniamo, ma siamo convinti che non abbiamo corso nessun pericolo.
Torniamo in campeggio, siamo stanchissimi, dobbiamo recuperare perché domani vogliamo ripetere.
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1 commento:
questo attentato alla voglia di lavorare dovrebbe essere perseguito penalmente! Invidia (del vostro viaggio) e nostalgia (del mio) mi dilaniano
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